Decreto attuativo sulle intercettazioni: una limitazione dei diritti di difesa.

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Alleghiamo al presente articolo il testo dello “schema decreto intercettazioni” relativo alla disciplina delle modalità attuative della disciplina in materia di intercettazioni per come introdotta dalla recente legge n. 103/2017 (c.d. “legge Orlando”).

Le delega contenuta nella norma era del tutto generica.

Il decreto attuativo, tuttavia, a prescindere dai rilievi di mancato rispetto o meno della delega, introduce dei meccanismi esecutivi che appaiono chiaramente lesivi dell’effettivo diritto difensivo per come deve esplicarsi nel corso del procedimento.

Emesso il provvedimento che rende disponibili le intercettazioni, infatti, la difesa ha solo cinque (diconsi 5!) giorni di tempo per sentire tutte le intercettazioni e selezionare quelle che sono utili alla difesa del proprio assistito.

Dopo di che le intercettazioni finiscono in un nuovo (sic!) fascicolo segreto  che diventa inaccessibile nel corso del prosieguo della attività difensiva; ovvero accessibile sol sotto il controllo del P.M.

Come si fa ad analizzare una mole mastodontica di materiale intercettino in soli 5 giorni?!

Perché la accessibilità successiva è preclusa ovvero, addirittura, è prevista la possibilità della distruzione del materiale?

Sembra che le esigenze di tutela della privacy si stiano facendo così “stringenti” da condurre addirittura alla limitazione (ovvero, addirittura, in alcuni casi, all’annullamento) del diritto di difesa – da intendersi in termini di effettività.

Crediamo che questo determini la necessità di una attenta ed approfondita riflessone da parte di tutti noi.

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